Lo Human Centric Lighting sul campo
L’idea dello Human Centric Lighting non è una novità assoluta. Molto tempo prima delle ricerche attuali sugli effetti non visivi della luce, alcuni pionieri dell’illuminazione architetturale, come Richard Kelly o William Lam, formularono il concetto di “luce per vedere, guardare e osservare” e i principi delle “activity needs” (esigenze di attività) e dei “biological needs” (esigenze biologiche) su cui basare la progettazione illuminotecnica orientata alla percezione. Unendo questo sapere con le ultime scoperte della cronobiologia, abbiamo ideato per voi una formula che descrive in termini pratici cosa determina nello specifico lo Human Centric Lighting.
AAA sta per Architettura, Attività e Atmosfera. Aumentate la visibilità delle superfici verticali per migliorare la percezione dello spazio nell’architettura. La giusta luce ha il potere di favorire le attività, come la concentrazione a lavoro, ma anche la comunicazione tra le persone. Una luce bilanciata, in funzione della luce naturale, consente di creare l’atmosfera giusta. Ed è questo che sta alla base della nostra filosofia dello Human Centric Lighting.