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Gli edifici di Harry Seidler: (ri)progettazione dell’illuminazione di icone dell’architettura, Sydney, Melbourne, Perth, Australia

La vision di Harry Seidler e il contributo di ERCO per tutelarla

(Ri)progettazione dell’illuminazione di icone dell’architettura

L’architettura senza tempo e l’illuminazione collaborano per preservare le visioni architettoniche; la progettazione illuminotecnica qualitativa con illuminazione wallwashing resiste alla prova del tempo. Anche decenni dopo la loro realizzazione, i progetti di Seidler sono ancora «attuali», dando prova di grande lungimiranza. Nel frattempo, gli strumenti di illuminazione installati negli edifici vengono aggiornati per affrontare le sfide di oggi in tema di sostenibilità ed efficienza energetica.

«Di notte un edificio assume quasi una nuova personalità, che a me piace manipolare per creare pathos: mi piace far risplendere i muri con il colore dei materiali di cui sono fatti, con una luce che arriva da fonti praticamente invisibili, ed enfatizzare la struttura creando contrasto tra superfici illuminate e superfici non illuminate.»
(Harry Seidler, QV1, 1987-91)

Vi presentiamo il famoso architetto australiano

La rivendicazione da parte dell’Australia di Harry Seidler come sua icona del mondo dell’architettura non ha basi molto solide, dato che è nato in Austria, ha studiato in Canada, è stato influenzato dagli USA e i suoi capolavori modernisti e creativi sono sparsi per tutto il mondo. Tuttavia, lo studio che porta ancora il suo nome e molti dei suoi edifici più rappresentativi si trovano in Australia.

Seidler arrivò in Australia poco più che ventenne. Il suo stile personale di design favoriva la chiarezza e il razionalismo, perfettamente in linea con i gusti del tempo. Infatti, in poco tempo iniziò a ricevere un gran numero di incarichi per case private che si distinguevano, tra le altre cose, per l’uso della luce. Seidler decise di evitare i modelli a plafone al centro del soffitto, all'epoca onnipresenti e decisamente popolari, e scelse di caratterizzare i suoi progetti con un’illuminazione proveniente da fonti invisibili, incastonate nell’architettura, nascoste nel mobilio o che illuminavano le tende dall'alto. Dal punto di vista concettuale, questo approccio è in linea con la filosofia di ERCO «luce, non apparecchi di illuminazione».

Seidler era un seguace della filosofia illuminotecnica di Richard Kelly. I due si sono incontrati quando i progetti di Seidler hanno avuto un maggiore successo commerciale. È stato l'inizio di una collaborazione di lunga data nel campo dell'illuminazione. I suoi 119 progetti includono torri per uffici in quattro delle principali capitali australiane. Kelly collaborò al Seagram Building di New York, grattacielo denominato «torre di luce» e progettato da Mies van der Rohe, illuminandolo con apparecchi wallwasher Edison Price a incandescenza. È evidente che in molti dei suoi primi progetti di grattacieli Seidler si ispirava al lavoro di Kelly, mentre dalla metà degli anni ‘80 in poi ha continuato a lavorare con il pupillo di Price, il progettista illuminotecnico Claude Engle. Engle raccontava che aveva imparato da Price a partire dalle esigenze specifiche del design dell’architettura e a sviluppare poi gli apparecchi di illuminazione necessari per raggiungere quegli obiettivi.

Gli edifici di Harry Seidler: (ri)progettazione dell’illuminazione di icone dell’architettura

La luce per vedere, quella per guardare e la luce da osservare sono le tre tipologie di illuminazione fondamentali nella progettazione illuminotecnica orientata alla percezione sviluppata dal lighting designer americano Richard Kelly. Questa «grammatica della luce» è alla base non solo di una progettazione illuminotecnica di qualità, ma anche dello sviluppo degli apparecchi di illuminazione.

Dopo aver imparato da Seidler il mestiere dalle basi, oggi gli architetti Penelope Seidler e Greg Holman gestiscono lo studio che porta il suo nome e danno seguito a molti dei principi fondamentali di Seidler, tra cui l’importanza della luce e le sue applicazioni. Holman stesso è stato presentato a ERCO nel 1980/81 in occasione del progetto Hong Kong Club, in cui Engle si occupava dell’installazione degli apparecchi di illuminazione del marchio.

Il necrologio del 1997 per Edison Price sul New York Times recitava così: «Entra in quasi ogni edificio destinato a uffici dallo stile raffinato o cammina all’interno dei più importanti musei e delle più rinomate gallerie d’arte, se non riesci a capire da dove arriva la luce, puoi star sicuro che si tratta di un lavoro di Edison Price o di uno dei suoi allievi.»

Uno dei motivi per cui i progetti di Seidler sono ancora così importanti - e molti di essi hanno oggi una buona classificazione energetica australiana - è che egli è stato uno dei primi sostenitori dei principi della progettazione sostenibile. Usava i brise soleil, i frangisole, per proteggere le finestre dalla luce diretta del sole, scegliendo angolazioni pensate per prevenire l'abbagliamento diretto; includeva delle aree pedonali percorribili in ogni condizione climatica. E soprattutto, Seidler sottolineava sempre come la qualità della luce e l’ubicazione degli apparecchi di illuminazione fosse più importante della quantità di luce, un concetto che oggi è alla base della filosofia di ERCO e un aspetto fondamentale nei progetti di rinnovamento dell’illuminazione. ERCO fornisce assistenza per la conversione dell'illuminazione esistente in LED e per soluzioni di illuminazione personalizzate che soddisfano le esigenze individuali.

In questo articolo vedremo tre progetti particolarmente significativi, illustrando la durabilità di un’eccellente progettazione illuminotecnica e i benefici dell’illuminazione a LED e wallwashing per ambienti con soffitti alti.

MLC Centre (oggi 25 Martin Place) & Theatre Royal, Sydney (costruzione: 1972-1978)
Luce magica da una fonte invisibile

Conosciuto come uno degli edifici in cemento più alti all’epoca, Seidler riuscì a incorporare un teatro popolare già esistente in una leggendaria torre commerciale di Sydney, aggiungendo anche dei negozi in una struttura a L costruita sopra a due livelli di spazio accessibile al pubblico.

L’illuminazione wallwashing di un nucleo centrale era ancora il modello da seguire: la luce riflessa era l’unica fonte di illuminazione, adattata in base al tipo di finitura di muri e pavimenti, all’altezza del soffitto e alla profondità dell’atrio. Nonostante le esitazioni dello sviluppatore Civil & Civic, Seidler insisté per includere opere d’arte di grandi dimensioni nell’atrio dell’MLC, a completamento della sua idea di usare la luce, con un fascio di luce stabile sulle opere verticali, per attirare i visitatori all’interno.

Gli edifici di Harry Seidler: (ri)progettazione dell’illuminazione di icone dell’architettura

Opera di Robert Owen; Immagine: Jackie Chan

Gli edifici di Harry Seidler: (ri)progettazione dell’illuminazione di icone dell’architettura

Opera di Robert Owen; Immagine: Jackie Chan

L’illuminazione dell’atrio del MLC è stata aggiornata per la prima volta nel 2013 con apparecchi di illuminazione a LED di ERCO, inizialmente con apparecchi da 30-32W che, secondo Holman, faticavano a garantire la luminosità potente della precedente tecnologia. Tuttavia il Gruppo GPT, proprietario della struttura, cedendo alle pressioni per adeguarsi agli standard ambientali ha insistito per eseguire la sostituzione degli apparecchi e tutte le parti coinvolte hanno imparato molto su come sfruttare il potenziale dei LED.

«… parti dalla luce che l’architettura richiede, poi progetta gli apparecchi di illuminazione che raggiungono quegli obiettivi.» Claude Engle

Grosvenor Place, Sydney (Costruzione: 1982-1987)
Sostituzione con apparecchi a LED: una maggiore durata

Perseguendo la sua decisione di applicare principi geometrici per ottimizzare l’uso degli spazi e la vista sull'esterno, la progettazione illuminotecnica originale del Grosvenor Place richiedeva un anello di downlight sul perimetro dell'edificio in aggiunta all’illuminazione wallwashing della parte centrale. Trattandosi di un foyer largo, era necessaria più luce per rendere lo spazio luminoso e radioso.

Le suite per le dimostrazioni al Grosvenor Place oggi dispongono di diversi schemi di illuminazione per illustrare le soluzioni ai possibili inquilini, un tradizionale soffitto con plafoniere a incasso sovrasta uno spazio illuminato abbondantemente da wallwasher e downlight Iku di ERCO, fino ad arrivare in una sezione con le travi in cemento esposte e un ingegnoso schema di downlight Jilly per binario elettrificato flessibili e a basso abbagliamento, offrendo, come dimostra l’immagine, un contrasto interessante.

Gli apparecchi a incandescenza che c’erano prima davano diversi problemi pratici negli atri di Seidler: consumavano moltissima energia e spesso duravano meno di 12 mesi (aggiungendo la necessità di includere un’intercapedine per il passaggio degli architetti nello spazio vuoto di ogni controsoffitto!). La frequenza imprevedibile dei guasti e l’errata gestione manuale da parte di amministratori dell'edificio troppo attenti ai costi che modificavano i dimmer hanno messo a dura prova l’intento di Seidler di ottenere un’illuminazione uniforme delle superfici verticali.

Holman ricorda di aver avuto difficoltà a passare ai LED, poiché le prime lampade sostitutive presentavano dei problemi: La buona temperatura di colore era compensata da una scarsa resa cromatica. Oggi gli apparecchi ERCO, con i loro moduli LED di alta qualità e la tecnologia illuminotecnica leader di mercato, sono un colpo di fortuna per i gestori degli edifici e per tutti coloro che apprezzano il design di Seidler.

Shell House (oggi 1 Spring Street), Melbourne (costruzione: 1989)
Luce per pareti alte 10 metri e arte all'aperto

Inizialmente conosciuta come Shell House e costruita per ospitare la sede centrale australiana del colosso petrolifero olandese, l’edificio in 1 Spring Street occupa un angolo di strada importante all’estremità a sud-est del quartiere commerciale principale di Melbourne. Come Grosvenor Place, anche questa posizione aveva il potenziale per offrire agli inquilini una vista meravigliosa sulla città, e la doppia curva di Seidler, con una parte centrale che ospita gli ascensori e gli elementi meccanici, ha reso estremamente piacevoli molti aspetti di questo edificio. Seidler insisté sull’inclusione di uno spazio pubblico condiviso, così i quattro livelli più bassi sono accessibili e illuminati dalla parte centrale. Per semplificare l’illuminazione dell’atrio, le idee di Claude Engle hanno portato allo sviluppo del doppio wallwasher: una singola soluzione luminosa senza abbagliamento per creare una luce uniforme e riflessa in uno spazio stretto.

Oggi, i 10 metri di altezza dell’atrio sono decorati con un meraviglioso murale in porcellana dell'artista Arthur Boyd. Dei potenti downlight a incasso di ERCO sono disposti lungo i raggi del soffitto in cemento, mentre i wallwasher valorizzano il murale e i materiali naturali della parte centrale. Una scultura a forma di conchiglia dello scultore Charles O. Perry ha abbellito il piazzale fin dall'inizio. Gli apparecchi da incasso a pavimento ERCO Tesis di colore argento sono la perfetta controparte del caldo colore oro dell'opera d'arte.

Per concludere, un commento di Greg Holman: «Gli architetti creano un design e i tecnici dell’illuminazione ripetono fino alla nausea di voler ottenere tot lux sulla parete e tot lux sul pavimento, ma quand’è che chiedono davvero “ok, ma che effetto visivo cercate?”».

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