La funzionalità e lo storytelling non devono essere in contraddizione: ERCO ha intervistato Koichi Takada, il progettista d’interni e lighting designer dei negozi e dei ristoranti del nuovo Museo Nazionale del Qatar.
Sig. Takada, Lei si è occupato della progettazione degli interni e dell’illuminazione per le aree dedicate allo shopping e alla ristorazione nel Museo Nazionale del Qatar: due caffetterie e un ristorante, una lounge per i membri, una libreria per bambini e un negozio per souvenir. Quale significato rivestono queste aree in un istituto culturale?
Negli ambienti interni di cui ci siamo occupati abbiamo visto l’opportunità di raccontare il patrimonio culturale e naturalistico del Qatar. I negozi sono stati progettati con pareti naturali dall’andamento ondeggiante e per l’illuminazione delle pareti si è preso spunto dal bagliore simile alla «luce di luna» di Dhal Al Misfir (caverna di luce). Come suggerisce il nome, la luce all’interno della caverna há qualcosa di magico e si è cercato di riproporre questo effetto misterioso con gli strumenti di illuminazione ERCO. Il Café 875 è stato progettato con un effetto speciale creato dall’illuminazione puntata verso l’alto, con cui abbiamo voluto rievocare il fascino del rarissimo oro 875, disponibile solo nel mondo arabo. Nel progetto abbiamo previsto anche quattro sedute a «medaglione» che proiettano un anello di luce sul soffitto architettonico concepito da Nouvel, aiutando al contempo gli ospiti a individuare la caffetteria nascosta al piano ammezzato dell’atrio principale. Il Desert Rose Café si trova sotto il largo disco architettonico e il suo soffitto basso dà l’impressione di entrare in una caverna. Abbiamo progettato un’illuminazione d’ambiente discreta proveniente dal pavimento tra i dischi interconnessi delle sedute delle panchine; in questo modo, l’effetto luminoso distoglie l’attenzione del visitatore dalla natura ristretta dell’ambiente. L’idea dietro l’illuminazione è stata quella di richiamare il chiarore soffuso dei tramonti mozzafiato nel deserto del Qatar, offrendo ai visitatori un luogo in cui poter indugiare, come in un’oasi desertica. Le caratteristiche del soffitto nel ristorante Jiwan prendono spunto dalle tradizionali reti da pesca: più di quattro milioni di perle di cristallo sospese dal soffitto vengono illuminate, danzando delicatamente ad ogni movimento dei visitatori e dell’aria che si muove, tanto da dare la sensazione di essere immersi sott’acqua.
In che modo si differenziano le aree per lo shopping e quelle della ristorazione in termini di requisiti per progettare un’illuminazione e degli interni a misura dell’utente?
Le differenza si ritrovano sia nelle esigenze di progettazione funzionali sia nell’idea di toccare le emozioni di chi osserva. Abbiamo cercato di stimolare i nostri sensi, perché noi tutti siamo sensibili alla luce. L’illuminazione sublima i tessuti, i colori, le forme e gli spazi e, soprattutto, il nostro umore. La luce è uno strumento di progettazione emotivo. Durante la progettazione del museo, per esempio, ogni volta che abbiamo discusso dell’umore o dell’emozione di uno spazio specifico, spesso siamo partiti dal concept illuminotecnico per giungere al risultato progettuale. Ne risulta, che le nostre soluzioni progettuali sono sempre naturali e teatrali. Amiamo la drammaticità che l’illuminazione può creare, perché aiuta ad animare il museo. All’interno del negozio di souvenir, per esempio, abbiamo voluto sottolineare le caratteristiche degli interni, con la drammaticità dell’illuminazione di contrasto, per creare senso di meraviglia in chi guarda verso l’alto nella «caverna di luce»; mentre abbiamo seguito anche alcuni requisiti funzionali per il comfort visivo di chi guarda le merci sugli scaffali, optando per luce antiabbagliamento. D’altro canto, invece, nei ristoranti la luce non ha quase nessuna drammaticità, ma ha un carattere più teatrale ed è pensata per creare un ambiente positivo in cui gustare buon cibo.
Quali requisiti tecnici hanno dovuto rispettare gli strumenti di illuminazione?
Siamo stati attenti a non esagerare con l’impiego delle ultime soluzioni di smart technology, poiché le molte funzioni possono anche confondere l’utente. La dimmerazione resta comunque uno strumento imprescindibile ed è molto utile per creare l’ambiente ideale. La temperatura del colore è un’altra caratteristica su cui siamo meticolosi. Dare ad un ambiente un colore caldo o freddo può cambiare il modo in cui le persone lo percepiscono. In fase di progettazione e di ricerca, l’efficienza energetica o una ridotta emissione di calore sono altri criteri importanti da valutare per l’efficienza energética e l’illuminazione «verde».
Quali sono state le maggiori sfide per creare il concept illuminotecnico?
Lavorare con la complessità del design del museo. Quando abbiamo visto per la prima volta i disegni progettuali, non siamo riusciti a comprendere l’ambiente in due dimensioni. Non vi erano linee rette ed ogni superficie era curvata. Abbiamo dovuto praticamente lavorare con le bende agli occhi, senza alcuna esperienza fisica degli ambienti. Per creare il concept illuminotecnico siamo dovuti andare oltre i limiti della progettazione illuminotecnica convenzionale. Anche i soffitti sono curvati e inclinati, non dandoci quindi la possibilità di impiegare il classico metodo dei downlight. Abbiamo, invece, creato un concept illuminotecnico con le nostre soluzioni progettuali, come canyon, medaglioni e sedute ispirate allá rosa del deserto o perle di cristallo sospese dal soffitto, facendo un uso più basilare di illuminazione con faretti e illuminazione dal basso o d’ambiente.
Il Museo Nazionale del Qatar è un marchio culturale con grande importanza per la regione. In che modo il vostro concept illuminotecnico risalta questo marchio?
Abbiamo progettato l’illuminazione e gli interni tali da risaltare il marchio ed esplorare le tecnologie di costruzione e di illuminazione più innovative, scegliendo opzioni in linea con um museo che rappresenta una Nazione caratterizzata da crescita e cambiamenti. Al contempo, volevamo rispettare la storia e dare un riconoscimento al retaggio culturale unico del Qatar. Progettare gli interni del Museo Nazionale del Qatar è stata un’opportunità per offrire ai visitatori un’esperienza unica, in cui vivere appieno il retaggio culturale del Qatar: dal passato fatto di tradizione e storia, fino alle fasi che l’hanno trasformato in un centro culturale ed innovativo del Medio Oriente. Mentre l’architettura di Nouvel rappresenta la struttura della rosa del deserto e, quindi, richiama la natura, il design delle sei parti dell’ambiente interno di cui ci siamo occupati narrano la storia del Qatar. I design rappresentano la storia del Qatar, la sua natura e gli inizi del commercio, lo stile di vita nomade e l’ambiente naturale bellissimo. Attraverso le molte conversazioni avute con gli abitanti dell’emirato, il design si è evoluto in un’esperienza visiva indimenticabile per i visitatori. Quando alla fine abbiamo acceso la nuova illuminazione, è stato un momento magico in cui il design si è rivelato in tutte le sue sfaccettature.