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Ca’ d’Oro, Venezia, Italia

La Ca’ d’Oro torna a splendere

La nuova illuminazione LED per facciate dà atmosfera alla Galleria Giorgio Franchetti nella Ca’ d’Oro a Venezia

La Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro a Venezia ha una nuova stupenda illuminazione per facciate.

Situata lungo gli intricati canali del famosissimo Canal Grande di Venezia, la Ca’ d’Oro è un gioiellino della lunga storia architetturale della città. Questo splendido palazzo nobiliare, costruito nel XV secolo, è un bellissimo esempio del passaggio dall’architettura gotica a quella rinascimentale, grazie alla combinazione di elementi ornamentali del tardo gotico, decorazioni in marmo e colonnati rinascimentali. La facciata dell’edificio è un interessantissimo studio del contrasto, in cui gli elaborati elementi di marmo del primo e del secondo piano si fondono perfettamente con gli elementi rinascimentali visibili nel colonnato e nelle piccole finestre quadrate dell’ala destra.

Oggi la Ca’ d’Oro è stata restaurata con grande cura e convertita nella Galleria Franchetti, che ospita una raffinata collezione di opere d’arte, tra cui capolavori dell’arte veneziana, toscana e fiamminga, un’interessante collezione di statue e sculture in bronzo di epoca rinascimentale, oltre a una selezione di ceramiche rinvenute nella laguna veneziana, tutti elementi che si aggiungono al fascino della Ca’ d’Oro e la rendono una meta culturale e artistica.

Restaurare un edificio simbolico di Venezia

Il recente restauro della Ca' d'Oro, condotto da Giulia Passante dell'Ufficio Tecnico della Direzione Regionale Musei Veneziani e dal suo team, ha portato alla luce strati di storia all'interno del sito. Giulia fa notare che la facciata, con il suo splendore un tempo policromo, aveva in realtà decorazioni di marmo rosse e bianche, e persino dei dettagli di lapislazzuli blu, a dimostrazione del desiderio del proprietario di sottolineare l’esuberanza dell’edificio. In più, la scoperta di documenti storici ha aiutato a comprendere in modo più approfondito le intenzioni originarie per questo palazzo.

Per Giulia si trattava inizialmente di un progetto ordinario, poi trasformato nell’impresa ambiziosa di conservazione ed esaltazione del suo splendore architettonico. L’introduzione di tecnologie moderne, soprattutto il sistema innovativo di illuminazione della facciata progettato dallo Studio Pasetti, ha dato nuova linfa a questo tesoro storico. Giulia racconta: «All’inizio doveva essere solo un normale restauro, ma poi mentre il progetto andava avanti abbiamo deciso che c’era bisogno di un progettista illuminotecnico per pianificare l’illuminazione della facciata. Così abbiamo coinvolto lo Studio Pasetti. Se non l’avessimo fatto, la facciata non sarebbe stata ben visibile e sarebbe del tutto diversa da com’è oggi!»

Ca’ d’Oro

Divergere dalla tradizione

Non è stato facile ottenere un equilibro tra conservazione e innovazione in questo edificio di Venezia. Alberto Pasetti Bombardella, progettista illuminotecnico e autore visionario della nuova illuminazione della Ca’ d’Oro, ha stretto una collaborazione unica con la Fondazione Venetian Heritage, dando il via al loro primo progetto insieme. Alberto specifica che «Venezia è una città in cui la storia è davvero pervasiva, quindi nel mio lavoro devo comprendere il valore storico degli edifici, ma devo anche riuscire a gestire i vincoli amministrativi e sbloccare i meccanismi burocratici della città, cosa per niente facile.» Avevano entrambi l’obiettivo di ridare vita alla Ca’ d’Oro in un modo che trascendesse le soluzioni convenzionali. Alberto spiega: «mi hanno contattato e consultato perché avevano capito che per un edificio come la Ca’ d’Oro, per una facciata come quella della Ca’ d’Oro, non poteva bastare una soluzione convenzionale, ovvero pensata soltanto in termini di luce, proiettori, illuminazione diffusa.»

Ca’ d’Oro
Ca’ d’Oro
Ca’ d’Oro

Venezia è famosa per il suo approccio tradizionale all’illuminazione dell’architettura, con la luce che trapela dall’interno degli edifici per mettere in mostra gli interni meravigliosi. Alberto ha deciso di impegnarsi nella sfida di modificare questo paradigma. «Lo stile usato per tutti gli edifici del Canal Grande prevede l’illuminazione solo dall’interno, che permette ai passanti di scoprire la magnificenza degli interni. Quindi, se attraversi il canale al buio, riesci a vedere i salotti illuminati, gli affreschi, puoi vedere gli splendidi e magnifici interni.» Ma il progetto della Ca’ d’Oro doveva essere diverso e spostare più in là il limite di ciò che si riteneva possibile per una facciata di Venezia. Come ricorda Alberto, «all’inizio eravamo molto incerti su cosa avremmo potuto realmente realizzare.»

Simulare i giochi di luce e acqua

L’approccio unico di Alberto prevedeva un’esplorazione approfondita delle potenzialità dell’edificio. Il suo team ha effettuato dei primi test sulla facciata della Ca’ d’Oro con diversi campioni di apparecchi di illuminazione, comprese delle torce tascabili, per verificare la fattibilità delle diverse opzioni. «Abbiamo fatto molte prove per trovare la giusta temperatura del colore e la qualità dello spettro luminoso per ottenere la migliore resa delle superfici in pietra», aggiunge. Per quanto riguarda i riflessi della luce nell’acqua: «volevamo evitare a tutti i costi la luce subacquea perché gli effetti di luce sott’acqua sarebbero stati falsi. Doveva essere luce riflessa, come quelle che si vedono girando per Venezia in barca. La luce inizialmente è in movimento ed è più dinamica, ma lentamente, avvicinandosi al tramonto, diventa molto molto calma, quasi statica, quando il traffico di imbarcazioni si ferma.» Questi test hanno introdotto una nuova modalità di lettura dell’edificio, creando una visione e una necessità di un modo di fare che prima era impensabile e inaspettato, ma che poi sono riusciti a realizzare durante lo sviluppo del progetto.

Ca’ d’Oro

Il team di progettisti ha creato un modello tridimensionale estremamente dettagliato della Ca’ d’Oro, dalla precisione impareggiabile. Questa rappresentazione digitale era tanto realistica da essere confusa per una fotografia dalle persone che l’hanno vista. Il progetto di Alberto prevedeva due diverse scene luminose: una in linea con lo stile tradizionale veneziano, con la luce irradiata dall’interno dell’edificio a illuminare il reticolo; e un’altra pensata per rievocare la sontuosità della «casa d’oro» e far brillare l’intera facciata con una luce dorata. Il suo lavoro si è ispirato anche al riflesso del sole nelle acque che circondano Venezia, introducendo il sottile gioco di luce e acqua nelle scene luminose. Per questo progetto erano previsti molti test, tra cui la simulazione dei riflessi sulla facciata della Ca’ d’Oro in diverse condizioni di luminosità, sempre con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile a un effetto autenticamente veneziano. Come spiega Alberto, «l’acqua è un elemento importantissimo nell’illuminazione e nell’architettura di Venezia. In più, ne sono affascinato e mi stimola ad approfondire sempre di più il significato della relazione tra luce e architettura.»

Circumnavigare i limiti fisici di Venezia

Il percorso per realizzare questa visione non era certo privo di sfide, quindi le soluzioni innovative erano una necessità. Dato che a Venezia non è possibile usare le gru, il team ha assunto degli operai edili acrobatici con esperienza di alpinismo per installare gli apparecchi di illuminazione con precisione e competenza. Anche il sistema di controllo wireless Casambi è il frutto di una precisa scelta di Alberto. «Sapevo già dall’inizio che volevo Casambi, e non solo perché è wireless! È senz’altro una caratteristica molto utile per gli edifici storici dal punto di vista economico e dell’installazione, ma volevo Casambi perché sapevo che sarebbe stato il miglior compromesso tra la mia libertà di scegliere e creare scene luminose e la flessibilità e semplicità di un software pensato per fornire il supporto necessario un passo alla volta.»

Ca’ d’Oro

Coreografare l’illuminazione nel software

Oltre 90 apparecchi di illuminazione a LED di ERCO, ognuno dotato di filtri su misura, sono stati orchestrati con la massima precisione per far comparire le sfuggenti sfumature dorate. Coreografate con l’app Casambi, 51 scene luminose statiche sono combinate tra loro per formare quattro sequenze ipnotiche di animazione. La più lunga è composta da almeno 86 passaggi, culminando con 300 secondi di un’illuminazione splendente che lascia a bocca aperta.

Per ottenere precisione e adattabilità, ERCO ha fatto un uso strategico dei proiettori per esterni Beamer e Kona. Questi prodotti erano in linea con la visione creativa del progettista illuminotecnico, integrandosi in modo da rispettare ed enfatizzare l’estetica storica dell’edificio. Il Managing Director di ERCO Italia, Andrea Nava, commenta in sintesi: «l’impegno di ERCO per l’eccellenza nell’illuminazione è evidente nel progetto Ca’ d’Oro, in cui la storia è raccontata attraverso la luce, nel rispetto del passato ma con una proiezione verso il futuro, un risultato ottenuto grazie alla nostra collaborazione sinergica con Casambi e alla creatività di Alberto Pasetti Bombardella.»

Lavorare con il controllo wireless ha permesso a Giulia e Alberto di ottenere il giusto equilibrio tra la conservazione dell’edificio storico e l’introduzione di un approccio del tutto nuovo e innovativo.

Ca’ d’Oro

Giulia spiega che «in una città come Venezia, le autorità supervisionano questi progetti. In altre parole, la soprintendenza ha l’incarico di preservare il patrimonio culturale. La nostra proposta di reilluminazione della facciata in un modo nuovo ha incontrato delle resistenze, tra cui delle perplessità sulle scene luminose. Secondo loro, la facciata sarebbe dovuta rimanere così com’era da secoli, illuminata solo dall’interno, secondo lo “stile veneziano”. Posso dire che solo dimostrando il potenziale e la possibilità di regolare a livelli minimi l’intensità della luce credo che siamo riusciti a convincerli. E il risultato è semplicemente spettacolare.»

Per la grandiosa accensione dell’illuminazione della facciata, Alberto confessa di avere grandi aspettative per la reazione del pubblico, soprattutto tra i veneziani. Crede che la nuova luce sarà una «rinascita» per la città, portando una rinnovata energia e maggiore apprezzamento di uno dei suoi monumenti più rappresentativi.

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