Un nuovo livello di qualità della luce
Visti i presupposti, i committenti erano aperti al progetto dei lighting designer di sfruttare la tecnologia dei LED per raggiungere da un lato un nuovo livello qualitativo ed estetico, e dall’altro lato per ammortizzare nel lungo periodo l’investimento in pregiati strumenti di illuminazione grazie ai risparmi energetici e sulle manutenzioni. Siccome i progettisti volevano mantenere i punti di montaggio alla base delle volte a 30 metri di altezza, si poteve continuare ad utilizzare l’impianto elettrico esistente. Inoltre in tal modo gli apparecchi restavano al di fuori del campo visivo del visitatore e potevano al tempo stesso essere orientati perfettamente sulle superfici e sugli oggetti della chiesa. Il passo decisivo per arrivare ad un progetto di illuminazione differenziato è stato ottenuto con la decisione di ricorrere ad un numero di apparecchi molto maggiore, per poter svolgere in modo ideale nell’ambiente dei compiti di illuminazione specifici con diverse potenze e diverse geometrie dei coni di luce. Con le tecnologie convenzionali non si sarebbe potuto gestire i roblemi di manutenzione derivanti da una tale quantità di apparecchi montati in punti così difficilmente accessibili: solo gli apparecchi per LED, che non richiedono manutenzione, offrivano dei margini per un simile progetto.
Il concetto sviluppato da Ferrara Palladino integra diverse componenti: da un lato si ha un’illuminazione omogenea delle volte gotiche, presentate per la prima volta in questo modo. Con questa illuminazione diffusa del soffitto l’ambiente appare alto e luminoso. La luce indiretta si intreccia con l’illuminazione zenitale sulle superfici del pavimento, "una specie di tappeto di luce che collega gli spazi rende il tutto più lieve", spiega Pietro Palladino. Su questa illuminazione di fondo, l’illuminazione d’accento crea dei contrasti per orientare la percezione: sulla ritmica delle colonne slanciate, ma anche sui singoli oggetti messi in risalto, come le sculture sacre, gli altari ed i dipinti. Per tali compiti di illuminazione, che richiedevano di realizzare da distanze di 40 o 50 metri dei contrasti di luminosità nettamente percepibili, erano necessari dei faretti con un’irradiazione a fascio particolarmente stretto e con alti pacchetti di lumen, come quelli offerti da ERCO grazie agli innovativi sistemi ottici Spherolit per LED. I progettisti non hanno fatto ricorso a degli impianti di programmazione luminosa, ma hanno strutturato l’illuminazione in gruppi di apparecchi commutabili, in modo da poter ottenere delle situazioni luminose adeguate alle diverse occasioni e situazioni di utilizzo.